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A Milano AutoClassica le celebrazioni dei 50 anni della Lamborghini Countach

Milano AutoClassica si conferma più che mai l’imperdibile occasione di incontro per tutti gli amanti dell’automobilismo classico e sportivo che si danno appuntamento al quartiere fieristico di Milano (Rho) per ammirare la vetrina più elegante del settore che, anno dopo anno, li accoglie con esposizioni iconiche dedicate ai modelli più significativi della storia dell’automobilismo.

La Club House dell’undicesima edizione di Milano AutoClassica è votata alla celebrazione del 50° anniversario delle Countach con uno straordinario parterre dei modelli che incarnano un ideale stilistico che nel 1971 rivoluzionò il settore del design. In programma una roadmap di appuntamenti con le supercar della Casa del Toro, a partire dall’esposizione statica di otto vetture rappresentative di cinque modelli clou della gamma Countach, di cui alcuni esposti in diverso colore.

Tra questi, la Lamborgini Countach LP 400 prima serie dove LP si riferisce alla disposizione del motore longitudinale posteriore e 400 fa riferimento alla cilindrata, 4 litri. Detta “a ruote strette” o “periscopio” per le sue particolari fattezze, è un raro e splendido modello prodotto in soli 150 esemplari (1972- 1978), forse il più ricercato dai collezionisti di tutto il mondo, di sicuro la vettura di serie più veloce del mercato in grado di abbattere il muro dei 300 Km/h. Accanto a lei la Lamborgini Countach LP400S, esposta in Fiera in un luminoso colore verde e costruita in 235 esemplari ( 1978-1982) , si conferma superstar adatta a celebrare i 50 anni di successi, alimentata da un motore da 4 litri e 12 cilindri a V di oltre 350 CV in grado di raggiungere, ove consentito i 295 km/h.

Due, inoltre, gli appuntamenti istituzionali in calendario. Venerdì 1 ottobre nell’Arena di ACI Storico l’evento “Perbacco che supercar!- La Lamborghini Countach compie 50 anni” dove Gaetano De Rosa di RuoteClassiche, incontrerà Valentino Balboni, storico collaudatore Lamborghini che racconterà la genesi della Countach attraverso una chiacchiera confronto sui diversi stilemi dei modelli di ieri rispetto ai contemporanei.

Domenica 3 ottobre allo stand di ASI, l’evento intitolato “Lamborghini Countach: capolavoro di Gandini, ultimo atto di Ferruccio nella sua sfida a Enzo Ferrari“ sarà occasione di un’interessate retrospettiva sulla vettura, attraverso il racconto di aneddoti vissuti in prima persona da Antonio Ghini, direttore del magazine “The Key – Top of the Classic Car World” ed autore di libri dedicati all’argomento.

La storia della Countach, uno dei modelli più iconici della Lamborghini affascina ancora oggi come ieri. Gli anni 70’ rappresentano per il design un’epoca straordinaria dove la libertà stilistica e tecnica lasciata ai progettisti era quasi assoluta. In Lamborghini Paolo Stanzani progettò un’auto nuova, più sportiva, più dura dei modelli precedenti facendosi affiancare dal giovane ma già talentuoso designer, Marcello Gandini,all’epoca dipendente della carrozzeria Bertone (responsabile, tra le altre, della carrozzeria a cuneo della Alfa Romeo 33 Carabo, concept avveniristica lanciata nel 1968). Proprio lo stile a cuneo caratterizzò i modellini della nuova vettura, il cui primo prototipo venne ultimato nel 1971. La leggenda narra che fu grazie al commento estasiato di fronte all’auto di un dipendente della Bertone – che si lasciò scappare l’espressione dialettale piemontese “Countach!” che indica “meraviglia”- l’origine del nome di un’auto che attraverso i decenni si è confermata non solo un grandissimo successo commerciale, ma anche un vero e proprio emblema di stile.

Oltre ad un’estetica innovativa caratterizzata dalle linee slanciate e spigolose su una vettura bassa e leggera con telaio tubolare in acciaio sotto una carrozzeria in alluminio, rispetto alla concorrenza degli anni ’70 la prima serie della Countach si distingueva nel mercato anche per meccanica, vantando una soluzione motoristica inedita, con il tipico V12 Lamborghini montato davanti l’asse posteriore ma in posizione longitudinale, con il cambio davanti, in modo da spostare i pesi verso il centro. Completavano la perfezione stilistica le portiere con apertura verso l’alto, che appaiono su questo modello prima di qualunque altra Lamborghini e i suggestivi fari a scomparsa.

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