Sologamy, il fenomeno del matrimonio con se stessə, sta guadagnando sempre più risonanza nell’ambito dell’arte contemporanea grazie alla performance digitale “Sologamy” dell’artista Elena Ketra. Questa forma di matrimonio, che si basa su una filosofia intimista incentrata sulla cura di sé e del proprio benessere interiore, ha trovato spazio anche in Giappone da diversi decenni, ma solo di recente ha iniziato a farsi strada nella cultura occidentale.
La sologamia, nonostante sia un fenomeno ancora poco conosciuto in Italia, sta guadagnando sempre più visibilità grazie a eventi come il matrimonio “self-wedding” proposto da un’agenzia a Kyoto, che ha riscosso un notevole successo tra le donne. Inoltre, è stata menzionata anche nella famosa serie televisiva “Sex and the City” e ha recentemente fatto scalpore a livello internazionale il caso di un’indiana che si è “sposata” con se stessa.
Ora, il concetto di sologamia arriva nell’arte con la performance digitale “Sologamy” dell’artista Elena Ketra, esposta di recente al Museo Madre di Napoli. Questa performance sarà presentata in anteprima internazionale durante il Festival della visione e della cultura digitale, Videocittà, presso il Gazometro di Roma, grazie alla collaborazione tra la Fondazione Solares delle Arti e la galleria romana Supermartek.
Nell’ambito della sezione dedicata all’arte contemporanea, chiamata “Agorà Expo”, verrà allestita un’area dedicata al progetto Sologamy. Qui, coloro che desiderano “sposarsi” con se stessə potranno inserire i propri dati tramite uno schermo touchscreen e, “in virtù dell’arte e dell’amore”, ottenere un certificato che attesta il loro matrimonio sologamico. Questo certificato, firmato dall’artista stessa, rappresenta un’opera unica.
Elena Ketra spiega la poetica che l’ha ispirata, affermando che “imparare ad amare se stessi è necessario per poter amare in modo libero ogni altro essere umano. È l’affermazione della propria indipendenza affettiva, la presa di coscienza di sé e delle proprie capacità, forza e bellezza, al di là di diktat estetici, sociali e sessuali uniformanti. L’inclusione sociale parte prima di tutto da noi stessə”.
Le prime opere realizzate attorno a questo concetto risalgono al 2021 e consistono in lastre specchianti su cui è impressa una torta nuziale stilizzata a più piani, con un pezzo degli scacchi rappresentante il femminile, il maschile e il neutro. Sotto la rappresentazione, compare la definizione della parola “sologamia”, in dialogo con un’altra opera-specchio chiamata “Nontiscordardite”.
Il filo conduttore della ricerca di Elena Ketra è l’empowerment femminile e l’inclusione sociale, ponendo al centro della riflessione il sé come individuo, al di là degli stereotipi di genere. La performance “Sologamy” rappresenta il manifesto più chiaro e sincero di questa ricerca, poiché esiste solo grazie all’interazione e abbraccia tutti i generi.