Continua il processo di elettrificazione di Volvo, che non comprende solamente il puro elettrico, ma anche l’ibrido in tutte le sue declinazioni. Lo sviluppo sostenibile è, da sempre, una delle idee fondanti della Casa svedese che ha dimostrato di mettere in pratica i propri propositi in diverse circostanze, a cominciare dall’impegno di non usare più plastica monouso in nessuna attività della compagnia entro il 2019, l’adesione all’iniziativa “Cleans Seas” delle Nazioni Unite e il progetto PlasticLess insieme a LifeGate, presentato pochi mesi fa.
L’elettrificazione rende le auto più potenti e contribuisce a ridurre le emissioni di gas di scarico e l’inquinamento dell’aria. È una forma di alimentazione più efficiente e sostenibile. Questo è il motivo per cui, nel 2017, Håkan Samuelsson, presidente e CEO di Volvo Cars, ha annunciato che dal 2019 ogni nuova Volvo avrà un motore elettrico. Da questo punto di vista Volvo si rifà al concetto di “Omtanke” (che in svedese significa “prendersi cura”), secondo il quale sostenibilità significa minimizzare l’impatto sull’ambente, massimizzare l’impatto sociale e prendersi cura dei clienti e dei dipendenti.
E’ necessario però fare subito una precisazione: elettrificate non vuol dire vetture elettriche pure, ma che associano un unità elettrica ad una termica. Qui, bisogna distinguere le Mild Hybrid, nelle quali il motore elettrico è sempre e solo di supporto a quello a combustione interna, e le ibride plug-in, che consentono la marcia ad emissioni zero per diversi chilometri.
La strada dell’elettrificazione che Volvo ha intrapreso prima di altri si declina in tre step: il full electric che vedrà la XC40 come primo alfiere, l’ibrido plug-in e il cosiddetto mild hybrid, una tecnologia che non consente la guida totalmente elettrica ma permette di recuperare l’energia cinetica in rilascio e in frenata riducendo consumi ed emissioni.
La produzione di Volvo può ora contare anche su due piattaforme di sviluppo: la più recente è la CMA, pensata per le compatte, la seconda è la SPA, concepita per favorire lo sviluppo delle auto elettrificate. Su quest’ultima si potranno sviluppare sia le auto mild hybrid che le plug-in hybrid e le elettriche al 100%.
Tra le novità, come detto, l’introduzione del mild-hybrid per i modelli XC90 e XC60. Si tratta di un sistema che mette in connessione motore endotermico e motore elettrico, capaci di lavorare assieme. Queste soluzioni di tipo mild-hybrid offrono per la prima volta ai clienti l’avanzato sistema Volvo di frenata con recupero di energia cinetica, che è accoppiato con il motore a combustione interna per creare una nuova motorizzazione elettrificata integrata. Grazie a questa soluzione è possibile ottenere fino al 15 per cento di risparmio di carburante e di riduzione delle emissioni nella guida in condizioni di traffico reale.
Con l’introduzione della tecnologia ibrida, cambia anche la nomenclatura in casa Volvo, per poter riconoscere il tipo di motore di ogni singola auto, comune già avveniva per diesel e benzina. Avremo così la lettera B (B4-B5-B6) che indica i motori a combustione interna benzina o diesel con tecnologia Mild Hybrid, la lettera T (T4-T5-T6-T8) per i motori a benzina con tecnologia Plug-in hybrid. A patrire dalla XC40 totalmente elettrica, sarà utilizzata la lettera “P” a indicare la tecnologia Pure Electric.