Il Gruppo LEGO ha annunciato oggi la nuova campagna “Il superpotere del gioco”, nata in risposta ai risultati di una ricerca globale in cui si evince che i bambini di tutto il mondo dedicano meno tempo al momento del gioco rispetto al passato. Insieme a una Play Squad di talenti selezionati a livello globale, l’azienda danese vuole ispirare le famiglie a riscoprire l’importanza dell’attività ludica, sottolineando il suo fondamentale ruolo nello sviluppo infantile e la capacità di portare il divertimento alle famiglie di tutto il mondo.
Dal recente studio a livello globale risulta che, in media, i bambini dedicano solo il 2% della loro settimana (pari a 7 ore) al gioco e uno su tre (32%) trascorre meno di tre ore a settimana a giocare. Inoltre, lo studio ha rilevato che un adulto medio trascorre 26 ore a settimana sul proprio smartphone, una media di oltre 3,5 ore al giorno. Questa diminuzione del tempo trascorso a giocare è motivo di preoccupazione per gli esperti, dato il ruolo cruciale che esso svolge nella formazione delle capacità cognitive dei bambini, nel loro benessere generale e, soprattutto, nel loro divertimento.
Lo studio ha anche evidenziato che il 70% dei genitori sceglie per i propri figli attività extra curricolari rispetto al gioco libero, perché ritiene che ciò li porterà a un maggiore successo in futuro. Le attività che i genitori preferiscono per i propri figli sono quelle legate allo sport, all’apprendimento di una lingua straniera e alle ripetizioni scolastiche.
Interessante è però il dato che emerge dai risultati raccolti in Italia che indicano una controtendenza rispetto alle evidenze rilevate a livello mondiale. Infatti, i bambini italiani tra i 6 e i 10 anni trascorrono in media 6.69 ore alla settimana a giocare: tre bambini su dieci (28%) 1-3 ore, quasi tre su dieci (27%) 4-6 ore e un bambino su sette (14%) che dedicano al gioco 7-9 ore. I genitori italiani elencano tra i principali benefici legati al gioco il divertimento (55%), la felicità (43%), lo sviluppo di skill (43%), lo svago (42%) e l’apprendimento (41%).