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Renato Zero: “ZEROSETTANTA-VOLUME UNO” il capitolo conclusivo della trilogia

Un viaggio tocca frontiere, percorsi, mete più o meno visibili che tendono verso l’Altro, l’Altrove, l’Oltre. E alla fine del viaggio troviamo sempre noi stessi, o un frammento di noi stessi. In “ZEROSETTANTA – VOLUME UNO”, il disco che chiude il cerchio disegnato da questa importante trilogia e disponibile dal 27 novembre, Renato Zero non ha intenzione di concludere il viaggio lungo tre mesi e 40 canzoni inedite da lui intrapreso: semmai invita l’ascoltatore a proseguire, “per dare smacco a questo tempo, privo di logica e di attenuanti”.

Un grande lavoro, coerente dal primo all’ultimo brano, caratterizzato dal pensiero costante di dare e ottenere sempre il meglio, dalla volontà fiera di arrivare alla radice delle emozioni e degli accadimenti. Una trilogia che scruta e legge il presente, composta col cuore lieve di chi ha il coraggio e l’onestà delle proprie convinzioni. 50 milioni di album venduti all’attivo, Zero ha voluto inaugurare questo progetto a partire dal giorno del suo settantesimo compleanno, il 30 settembre scorso.

In questo terzo ed ultimo capitolo, intimo, immediato e sincero come quelli che l’hanno preceduto, si snodano 13 nuovi brani e ancora una volta si ritrovano e si consolidano le collaborazioni che hanno arricchito tutti e tre i lavori. Il fil rouge che lega le nuove canzoni è ancora una volta l’amore, potenza catartica che muove ogni cosa, scoglio salvifico al quale aggrapparsi quando si è in balia dei flutti imperiosi della vita di tutti i giorni.

Tra un racconto onirico e l’altro, Zero non si esime però dal lanciare anche in quest’ultima produzione dei lucidi messaggi di denuncia sull’attualità: coerente portabandiera degli Ultimi ormai da decenni, grande e coraggioso sparigliatore di luoghi comuni e di dinamiche ingessate, megafono di voci inascoltate.

“ZEROSETTANTA – VOLUME UNO” si apre con Amara Melodia, una monumentale richiesta di scuse proprio alle Signora Melodia che, agonizzante, tenta di sopravvivere nell’era in cui karaoke e plug-in sembrano aver preso il sopravvento. Una rassegnata apologia della lucente musica vera, che lentamente muore sotto i colpi dell’appiattimento sonoro.

Il disco prosegue con Io non mi stancherò mai di te, una ballad romantica e potente, un appello rivolto alla persona amata con la preghiera di un ultimo incontro. In Orfani di Cielo, la terza traccia dell’album, Zero volge gli occhi al tetto blu del mondo, aprendo un dialogo sincero e misericordioso con una forza benevola.

Nel quarto brano del disco, Zero manda una missiva ad una vecchia conoscenza, quel Nemico Caro che, offuscato dalla vanità, troppe volte gli ha teso trappole, ma che non riesce mai completamente ad allontanare dalla mente e dalla vita: “ciò che non uccide fortifica” sembra essere il messaggio della canzone, in cui Zero grida al suo detrattore “Sfidami / torna qui / dove vai / mi annoio se non ci sei”. Il disco prosegue con Io e Te, una delicata cartolina d’altri tempi.

Una prorompente marcetta bandistica condita d’ironia, poi la voce megafonata di Zero annuncia l’entrata in scena de L’Ultimo Gigolò. La sesta traccia del disco è un brano ritmicamente sostenuto, che spariglia una volta in più luoghi comuni e schemi legnosi.

Ti ricorderai di me è una ballad riflessiva e profonda, dedicata alla vita e al saliscendi di emozioni contrastanti che regala, andando a segnare inevitabilmente il cammino di tutti noi.  Poi un veloce cambio d’abito per Zero, che torna a vestirsi d’irriverenza con Finalmente te ne vai: brano dalle atmosfere pop, scanzonate e vivaci che dipinge con sarcastica ironia la chiusura di un rapporto di coppia.

Gli Anni Della Trasparenza è uno scorcio genuino della giovinezza più autentica, di quando ci si sente invisibili ai propri stessi occhi e a quelli di chi ci circonda, e si deve lottare strenuamente per poter affermare la propria identità.

Il disco prosegue con L’Italia si desta? dipinge una nazione disillusa e ferita, che ha smesso di credere in quegli stessi valori che hanno contribuito a farla conoscere al mondo come “Il bel Paese”, e con Il tuo eterno respiro, dove Zero sembra accarezzare la nostra cara Madre Terra.

Dopo tanto peregrinare, “ZEROSETTANTA – VOLUME UNO” trova il suo approdo sicuro in Un Mondo Perfetto, traccia conclusiva del disco, attraverso cui viene dipinto, con romantiche melodie, un mondo idilliaco fatto di tolleranza, equilibrio, innocenza e rispetto.

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