L’intelligenza artificiale (AI) sta guadagnando terreno nel settore del recruitment, emergendo come una risorsa chiave per i datori di lavoro in tutto il mondo. Secondo un’indagine condotta da Indeed in collaborazione con YouGov, che ha coinvolto 5.666 datori di lavoro in 11 paesi, compresa l’Italia, il 38% dei datori di lavoro a livello globale ha già iniziato a utilizzare strumenti basati sull’AI, con l’obiettivo di affrontare le crescenti sfide legate al recruitment. In Italia, questa percentuale si attesta a uno su tre.
Il mercato del lavoro attraversa una fase di trasformazione rapida e competitiva. Il 58% dei datori di lavoro partecipanti al sondaggio ha segnalato un aumento delle difficoltà di assunzione negli ultimi tre anni, percentuale che sale al 63% in Italia. La principale sfida identificata è l’incapacità di trovare candidati con competenze in linea con le esigenze aziendali, problema riscontrato dal 76% degli intervistati.
Per superare queste difficoltà, i recruiter stanno adottando sempre più strumenti evoluti. Quasi la metà di loro (44%) ha ampliato l’uso di strumenti tecnologici rispetto al passato. In particolare, l’India si posiziona al primo posto per uso di AI nel recruitment, con il 68% dei recruiter che dichiara di aver utilizzato tali strumenti, seguita da Australia (52%) e Stati Uniti (45%). Anche in Italia, un buon 29% dei recruiter ha abbracciato l’uso dell’AI.
I settori dove l’intelligenza artificiale è maggiormente diffusa nel recruitment includono IT e telecomunicazioni (58%), servizi finanziari (49%) e contabilità (48%). Anche il settore delle costruzioni e quello del marketing e delle PR registrano percentuali significative, rispettivamente al 46% e al 42%.
L’intelligenza artificiale non solo velocizza il processo di selezione, ma è considerata un valido supporto per identificare talenti (50%), valutare i candidati (49%) e personalizzare i processi di recruitment. Ciò include anche la stesura delle job description (45%) e la mitigazione dei bias.
Gianluca Bonacchi, Talent Strategist Advisor di Indeed, sottolinea: “L’AI può essere un valido strumento per il recruitment. L’obiettivo dell’utilizzo di questi strumenti, tuttavia, non deve essere quello di sostituire l’elemento umano, ma di potenziarlo; con benefici sia per i candidati, sia per i team di recruiting. L’AI può essere impiegata per aprire nuove prospettive di carriera ai candidati e allo stesso tempo per aiutare i recruiter a prendere decisioni più efficaci e imparziali. È l’approccio ibrido, che combina AI e sapere umano, che può garantire i migliori risultati”.*
Nonostante i vantaggi offerti dall’AI, Bonacchi avverte: “Tuttavia, l’intelligenza artificiale non è priva di rischi. Un approccio responsabile è fondamentale per garantire processi di selezione equi ed efficaci per tutti. In Indeed, ci avvaliamo di un comitato etico dedicato, composto da esperti multidisciplinari (ingegneri, sociologi, antropologi, ecc.), per garantire un uso responsabile dell’IA nel processo di selezione”.
