Francesco ‘Pecco’ Bagnaia, tre volte campione del mondo, di cui due titoli consecutivi in MotoGP nel 2022 e 2023, ha recentemente vissuto un’esperienza unica al volante della nuovissima Lamborghini Temerario, la High Performance Electrified Vehicle della casa di Sant’Agata Bolognese. In sella alla sua Ducati Desmosedici GP numero 63 – cifra che lo lega simbolicamente all’anno di fondazione di Lamborghini, il 1963 – Bagnaia ha consolidato il suo legame con il mondo delle supersportive italiane, provando in anteprima un modello destinato a segnare una nuova era nell’automotive ad alte prestazioni.
La Lamborghini Temerario monta un motore V8 biturbo completamente inedito, capace di toccare i 10.000 giri al minuto, un valore da primato per un’auto stradale e un richiamo diretto alle sensazioni delle moto da competizione. Bagnaia, abituato a vivere ogni curva al limite, è rimasto sorpreso dalla progressione del motore e dalla sua risposta: “Non mi era mai capitato di sentire una cosa del genere – ha dichiarato il pilota torinese – sembra quasi di non guidare una macchina turbo ma un aspirato con un’erogazione più performante. Arrivare a 10.000 giri è incredibile e mi ha veramente stupito molto, così come la facilità di guida. È un insieme da paura”.
La nuova Temerario unisce potenza bruta e tecnologia ibrida avanzata, offrendo prestazioni straordinarie grazie ai suoi 920 cavalli, generati dal V8 biturbo e da tre motori elettrici che lavorano in sinergia. I numeri parlano chiaro: accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 2,7 secondi, da 0 a 200 km/h in appena 7,1 secondi, e velocità massima di 343 km/h. Si tratta di valori da vera auto da pista, confezionati in una vettura omologata per la strada.
Il test drive di Bagnaia rappresenta un punto d’incontro simbolico tra due eccellenze italiane nel mondo del motorsport, Ducati e Lamborghini, entrambe parte del gruppo Audi. Da un lato, un pilota che ha già scritto il proprio nome nella storia del Motomondiale con 40 vittorie e 78 podi; dall’altro, un marchio che continua a ridefinire i limiti dell’ingegneria automobilistica.
