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“LE IENE”, Radja Nainggolan: dal campo all’arresto, il racconto dell’ex stella di Roma e Inter

Radja Nainggolan, ex centrocampista di squadre prestigiose come Cagliari, Roma e Inter, emerge nuovamente al centro delle cronache, non per le sue performance calcistiche, ma per gli eventi che hanno contraddistinto la sua vita personale. In un’intervista esclusiva con “Le iene” Stefano Corti e Riccardo Messa, Nainggolan si racconta senza barriere, rivelando aspetti inediti e controversi del suo passato, dai campi di calcio agli episodi che l’hanno visto protagonista di eccessi, fino all’arresto per traffico internazionale di cocaina.

Nainggolan, soprannominato “il Ninja” per la sua indomita grinta sul campo, non nasconde le difficoltà di una vita vissuta spesso al di sopra delle righe. “Mi hanno messo dentro per ca**ate”, afferma, sintetizzando l’esperienza dell’arresto come una conseguenza di un passato turbolento.

Cresciuto a Linkeroever, quartiere difficile nella periferia di Anversa, Nainggolan riflette su un’infanzia segnata dalla povertà e dalla tentazione di scegliere una strada sbagliata. *“Da ragazzino ho fatto tante ca**ate, risse, furti… ho intrapreso un po’ quella strada perché non avevo niente e cercavo di portare a casa qualcosa”*. Il calcio, però, rappresenta il punto di svolta della sua esistenza, una fuga che gli salva la vita: *“La mia fortuna è che sono andato via a 16 anni, altrimenti non so come sarei finito”*.

Le notti in discoteca, le partite alla playstation e le serate hip hop compongono il puzzle di uno stile di vita frenetico durante la sua carriera calcistica. “Martedì andavo a ballare. Mercoledì giocavo alla playstation, giovedì uscivo sempre perché era la serata hip hop, la mia miglior serata, quindi mi sfasciavo, venerdì stavo in coma in allenamento, sabato giocavamo. Domenica riposavo, lunedì partivo in ritiro, martedì Champions”, confessa Nainggolan, dipingendo un quadro vivace e senza rimpianti della sua gioventù.

Un aneddoto particolare narra le notti insonni durante i ritiri, come quella in cui giocava a punto-banco in camera di Totti ed ebbe un incontro ravvicinato con l’allenatore Spalletti. “Io e Pjanic, zitti, zitti, cerchiamo di scavalcarlo per andare nella nostra camera ma lui si è svegliato e ci ha detto: ‘dove ca*** andate?!’”.

Tra le esperienze più audaci, spicca anche l’incontro con alcuni ultras dell’Inter in un locale dopo una prestazione deludente, che culmina in uno schiaffo ricevuto al tavolo. Tuttavia, Nainggolan è chiaro: “La mia felicità è la vita che ho sempre fatto e più sono felice più le mie prestazioni in campo sono buone”.

A gennaio 2025, Nainggolan finisce nuovamente sotto i riflettori per un arresto legato al traffico internazionale di cocaina. Tuttavia, l’ex calciatore dichiara fermamente: “Io sono contro la droga, anche se mi hanno descritto come Escobar”. Del presunto legame con Nasr-Eddine Sekkaki, fratello di un noto trafficante, chiarisce: “Mi scambio dei messaggi con lui… e la polizia pensa che erano dei messaggi in codice per il traffico di droga, in realtà c’è stato uno scambio di soldi in prestito tra me e lui, ma la droga non c’entra e neanche i debiti di gioco”. In un mondo complesso, Nainggolan traccia il confine tra l’amicizia e le scelte personali: “È un mio amico ma quello che fa nella vita è un problema suo, non mio”.

Il racconto di Nainggolan è uno spaccato di una vita vissuta intensamente, segnata dalle difficoltà dell’infanzia, dalle passioni sfrenate e dalle cadute sonore, ma anche dalle risalite. Una storia che continua a suscitare dibattiti e a dividere l’opinione pubblica.

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