Sessant’anni fa, nel giugno del 1965, Peugeot cambiò radicalmente la percezione dei motori diesel, un’impresa rimasta nella storia dell’ingegneria automobilistica. Durante gli anni ’60, i motori diesel erano visti come fiacchi, rumorosi e fumosi. Tuttavia, Peugeot, già pioniere nel settore, decise di sfidare queste percezioni con la 404 Diesel Record.
Per cercare di migliorare la percezione di tali propulsori agli occhi del pubblico, e perché no, anche per affermare la propria superiorità su tale tecnologia, nel 1965 Peugeot allestisce un prototipo basato sulla bellissima 404 Cabriolet, versione fuoriserie realizzata da Pininfarina. Il veicolo fu modificato per ottimizzare leggerezza e aerodinamica, eliminando il sedile del passeggero e aggiungendo un cupolino avvolgente per ridurre l’attrito con l’aria.
L’impresa ebbe luogo sull’Autodromo di Montlhéry il 4 e 5 giugno 1965. Il team, composto da cinque piloti alternatisi al volante ogni tre ore e supportato da 25 meccanici, puntava a stabilire nuovi record per auto alimentate a gasolio. Grazie a un motore Indenor da 2163 cc, il prototipo percorsa senza sosta 5.000 km a una media straordinaria di 160 km/h, stabilendo 22 record di velocità.
Una settimana dopo, dall’11 al 14 giugno, la Peugeot 404 tornò sul circuito con un motore più piccolo, l’XD88 da 1948 cc. Questa volta, con un ritmo incessante giorno e notte, percorse 11.000 km in 72 ore alla media di 161 km/h, battendo altri 18 record.
Il risultato finale fu sorprendente: nonostante le prestazioni estreme, la Peugeot 404 registrò un consumo medio di 12 litri per 100 km. Questa prova dimostrò che le auto a diesel potevano essere veloci, affidabili ed economiche, cambiando per sempre il destino dei motori a gasolio.
Oggi, questo esemplare storico è esposto al Musée de l’Aventure Peugeot a Sochaux, dove continua a raccontare una storia di innovazione e passione per il progresso. La storia della Peugeot 404 Record è un esempio emblematico di come l’innovazione tecnica e la visione strategica possano rompere barriere e ridefinire il futuro dell’industria automobilistica.
