In uscita domani il primo album ufficiale live dei Tears For Fears, Songs For A Nervous Planet, L’album contiene anche quattro nuove tracce incise in studio, tra le quali “The Girl That I Call Home”, disponibile da oggi. Contestualmente all’uscita dell’album, il duo annuncia anche la realizzazione del film di una favolosa performance catturata dal vivo nella scenografica cornice del FirstBank Amphitheater di Graystone Quarry a Franklin, nel Tennessee, durante una tappa del ‘Tipping Point Tour Part 2’: Tears For Fears Live (A Tipping Point Film)
Sulla creazione dell’album e del film, Curt Smith ha dichiarato: “Abbiamo deciso di filmare lo spettacolo dal vivo l’anno scorso. Penso che molte persone non sappiano che dal vivo siamo una buona band, in realtà! Vedono un duo, e pensano che sul palco ci saranno solo due persone con un paio di tastiere e un mucchio di materiali preregistrati come accompagnamento. Nel corso degli anni, siamo notevolmente migliorati rispetto a quello che viene considerato il nostro periodo di massimo splendore, gli anni Ottanta.” Roland Orzabal aggiunge: “Non abbiamo mai pubblicato un album dal vivo ufficiale, quindi si potrebbe dire che questo sia un album in lavorazione da quarant’anni”.
Lungo un percorso di 22 tracce, l’album Songs For A Nervous Planet svela lo splendore delle esibizioni dal vivo della band alle prese con il programma del ‘Tipping Point Tour’. E non solo. Insieme alle registrazioni dal vivo, l’album contiene infatti quattro nuove tracce incise in studio: “Say Goodbye To Mum And Dad”, “Emily Said”, “Astronaut” e il singolo appena pubblicato “The Girl That I Call Home”. Canzoni che aggiungono nuove tessere al mosaico della loro carriera, parlando di amore, solitudine, disagio psicologico, desiderio di evasione.
Parlando del nuovo singolo, Roland Orzabal ricorda: “Mia moglie Emily mi è stata accanto per anni, mentre cercavo di scrivere per lei una canzone d’amore. Alla fine, ce l’ho fatta. Ero alle Hawaii, portavo con me il telefono e ogni giorno provavo a cantare sulla base musicale: molte, moltissime volte. Ma non mi riusciva assolutamente di trovare un titolo adatto. Poi una sera, sono andato a letto e ho fatto quella cosa – sapete, quando ci rivolgiamo all’universo… – e ho chiesto: ‘Per favore, dammi una mano, dammi, un titolo che funzioni’. Mi sono svegliato la mattina dopo con ‘The Girl That I Call Home’. E mia moglie lo adora”.