Durante questa quarantena, ognuno di noi ha cercato di occupare il tempo nei modi più diversi e originali. Molti si sono dati alla cucina, sperimentando ricette della tradizione o soluzioni healthy. Altri hanno preferito impegnare il tempo libero leggendo, altri ancora facendo attività fisica indoor o rispolverando vecchie passioni. C’è però una costante nello svolgimento di tutte queste attività: la musica. L’ascolto della musica, in questa fase di emergenza, ha subito un’impennata.
Wiko ha voluto scoprire – grazie a un sondaggio condotto all’interno della sua community di Instagram – quale fosse stato il ruolo della musica durante la quarantena.
La musica si è confermata essere una medicina per l’anima, un toccasana in grado di dare una vera svolta alle giornate “no”, ai momenti più duri di isolamento domestico. Lo sostiene la quasi totalità dei rispondenti al sondaggio di Wiko (88%).
Anche il tempo speso ascoltando musica è aumentato: per il 65% sono almeno 3 le ore al giorno accompagnate da un piacevole sottofondo musicale. Perché in quarantena si è preferito ascoltare la musica a un volume più contenuto, principalmente per rilassarsi e distendersi (56%), piuttosto che per scatenarsi e sfogarsi (44%). Un dato che trova riscontro anche alla domanda diretta “ascolti più musica quando sei felice o triste?”: ben il 60% ha confermato che si abbandona alle proprie playlist quando è giù di umore.
Ma una risposta, più delle altre, ha interessato Wiko. Oggi è lo smartphone lo strumento attraverso il quale passa la grande maggior parte della musica quotidiana. Lo sostiene il 77% dei rispondenti. Lo stereo non perde il suo fascino (33%), ma resta un plus per i veri amatori e per i puristi, mentre lo smartphone consente di isolarsi, abbandonandosi alle proprie canzoni preferite.
Come farlo? Principalmente ascoltando musica attraverso un abbonamento a uno dei servizi di streaming musicale disponibile. Il 58% dei rispondenti ne ha sottoscritto almeno uno, ben organizzato con playlist adatte per ogni momento e ora della giornata.
Se, dunque, come dicevamo, durante la quarantena la musica si è ritagliata un’accezione domestica e più intima, qual è allora la percezione che si ha dei concerti in video chat e in diretta streaming? Il 30% li gradisce, ma il 70% attende e brama l’esperienza unica che la musica live può assicurare.
Quindi…evviva la musica!