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Tolkien, il suo tesoro va in mostra a Roma

Tolkien uomo, professore, autore. Questo il titolo della mostra inaugurata a Roma nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea dal Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, con la collaborazione dell’Università di Oxford, in occasione dei cinquanta anni dalla scomparsa dell’autore più letto al mondo e della pubblicazione della prima edizione italiana de Lo Hobbit. Dalla grande potenza evocativa, viene presentato dal segretario generale del Ministro della cultura Mario Turetta come il traghettatore della legenda dalla grande potenza evocativa e cantore della bellezza.

La mostra si pone come obiettivo quello di accompagnare il visitatore alla scoperta del mondo di Tolkien che non si limita a Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit e Il Silmarillion ma consiste in un vero e proprio viaggio che ha come tappe le diverse sfaccettature di Tolkien come uomo.

È un viaggio reso possibile dalla straordinaria condivisione di documenti, immagini e testimonianze inediti così come inedita è la location scelta. Un museo, appunto, non un cinema o un libro. Una mostra letteraria che Cristina Collu, Direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, descrive come “dispositivo che genera domande e curiosità, spingendo più in là gli orizzonti”.

Un’esposizione a cui si accede senza integrazioni sul biglietto di accesso agli spazi museali. Dopo Roma anche Napoli ed altre città ospiteranno la mostra, perché l’Italia ama Tolkien quanto egli stesso amava il Belpaese e la lingua italiana. Egli stesso in una sua lettera scrive “Sono innamorato dell’italiano, e mi sento alquanto sperduto senza la possibilità di provare a parlarlo”.

Diversi i viaggi che l’autore compì nel nostro paese e che in qualche modo hanno contribuito a forgiare non solo un creatore di mondi e fonte d’ispirazione per ogni forma d’arte ma anche eccellente linguista, filologo e professore presso l’Università di Oxford.

Oronzo Cilli, curatore della mostra, parla della volontà di esaltarne la capacità “di parlare a tutti senza nessuna distinzione di pelle, lingua, credo e cultura”. Un dono per gli amanti dell’autore divenuto nel tempo oggetto di corsi e ricerche universitarie dedicate.

Nasce quindi l’esigenza di cantare quei valori personali e collettivi che sembrano essere dimenticati o addirittura si disconoscono quali il senso di comunità, della natura e tradizione ma anche il senso d’onore, di amicizia ed il coraggio. Si vogliono sciogliere quindi quelle letture semplicistiche, omologanti e politiche della sua creazione come si evince dalle parole del Ministro Sangiuliano, arrivando così a coglierne la sua geniale lezione esistenziale.

John Ronald Reuel Tolkien al centro di un percorso conoscitivo mai visto prima in Italia nonostante negli anni passati siano state allestite mostre importanti a Oxford (2018), Parigi (2020) e Milwaukee (2022). La portata di tale viaggio la si deve anche all’autorevolezza delle istituzioni internazionali coinvolte: l’Archivio Apostolico Vaticano, la Bibliothèque alpha dell’Università di Liegi, l’università di Reading, l’Oratorio di San Filippo Neri di Birmingham, il Venerabile Collegio Inglese di Roma, la Tolkien Society, la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, la Fondazione Biblioteca di Benedetto Croce, la Biblioteca civica di Biella, le case editrici Astrolabio-Ubaldini e Bompiani, il Greisinger Museum di Jenis e la Warner  Bros Discovery.

Un Tolkien inedito, creatore di miti e misteri che diventa leggenda. I numerosi appassionati diverranno quindi cantori itineranti pronti a recitarne e cantarne le opere da tramandare ai posteri.

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