Il 15 novembre, su molte strade e autostrade italiane, è scattato l’obbligo di montare pneumatici invernali o, in alternativa, tenere a bordo della propria auto catene da neve. Il Direttore di Assogomma Fabio Bertolotti fa il punto sul sull’argomento.
“Quest’anno abbiamo assistito ad un autunno mite che ha rallentato la predisposizione degli automobilisti al cambio stagionale” – ha affermato il Direttore di Assogomma “La situazione sanitaria impone quest’anno più che nelle stagioni passate che il montaggio degli invernali sia programmato e calendarizzato per tempo. La raccomandazione dei produttori e dei Rivenditori Specialisti è infatti quella di prenotare l’intervento presso il gommista di fiducia con anticipo in modo da consentire il distanziamento e le procedure in sicurezza.
L’auto è sempre stata, e in tempi di pandemia ancor di più, il mezzo preferito per la mobilità e questa tendenza si ripercuote in modo positivo sul mercato aftermarket del pneumatico in termini di pezzi richiesti per le sostituzioni.
AUMENTO ESPONENZIALE DEI PREZZI
“Vi è poi un fenomeno importante che incide pesantemente sul settore: la questione dei prezzi. Stiamo vivendo una vera e propria tempesta economica. In meno di un anno abbiamo assistito ad un aumento delle materie prime mai visto. L’impatto sui costi per la produzione di articoli in gomma, tra cui i pneumatici, è incrementato di oltre il 50%. Questo aumento dei prezzi vale sia per la gomma naturale, sia per la gomma sintetica e per tutti i rubber chemicals. Vi è sicuramente un fenomeno speculativo che produce una corsa all’accaparramento con ulteriore aggravio sui costi. A ciò si somma l’aumento degli oneri di trasporti, acciaio, container e da ultimo l’aumento della bolletta energetica. Il settore gomma è fortemente energivoro e la spesa per l’energia oggi impatta per il 3-4 % ma ci si aspetta che possa raddoppiare nel breve. Questo aggravio di costi si dovrebbe scaricare sui prodotti finiti con un’incidenza pari almeno al 25% dei prezzi attuali, ma ciò è difficilmente praticabile, quindi si deprimono i margini delle aziende. Ci aspettiamo che a breve, il consumatore avrà più difficoltà nel trovare il pneumatico desiderato e i prezzi subiranno un aumento a doppia cifra. Anche il mercato asiatico soffre le stesse dinamiche di prezzi a cui si aggiungono i maggiori costi per il trasporto. Si avvicinano quindi le quotazioni tra le marche Premium e le marche meno note di primo prezzo. Questo fenomeno avrà un effetto positivo sia sulla sicurezza stradale sia sugli aspetti di sostenibilità ambientale.”
LA NUOVA ETICHETTATURA DEI PNEUMATICI CON IL SIMBOLO 3PMSF
Il pneumatico è nero e tondo, all’apparenza sono tutti uguali ma non è così. Il contenuto tecnico del pneumatico è estremamente importante. Già dieci anni or sono, per aiutare il consumatore nella scelta, il legislatore europeo impose una etichettatura che oltre ad avere i parametri relativi al risparmio energetico che per i pneumatici si chiama resistenza al rotolamento (la classe migliore riduce il consumo di carburante fino al 7%), introdusse altri paramenti relativi alla sicurezza come ad esempio la tenuta su bagnato (la classe migliore consente una riduzione dello spazio di frenata fino al 30%). Da qualche mese è entrata in vigore una nuova etichettatura con alcune novità. L’etichettatura è stata modificata ed implementata con due nuovi simboli importanti. Uno fa proprio riferimento ai pneumatici invernali ed è il simbolo 3PMSF cioè una montagna stilizzata a tre picchi con all’interno un fiocco di neve. E’ un simbolo che gli automobilisti hanno imparato a conoscere sul pneumatico e che oggi è anche presente in etichetta. Il pneumatico che riporta sul fianco questo simbolo ha superato uno specifico test omologativo su neve che ne attesta le caratteristiche superiori su neve e che quindi va preferito a quello che non ce l’ha.
Sulla nuova etichettatura è possibile trovare anche il simbolo ICE. Si tratta di una marcatura nuova, sempre aggiuntiva al pittogramma alpino che può essere presente, ma solo per i pneumatici vettura progettati per climi invernali particolarmente rigidi, con presenza di ghiaccio stratificato al suolo, testati in conformità a specifici metodi di prova riconosciuti internazionalmente. Il pittogramma dell’aderenza su ghiaccio indica che il pneumatico offre le migliori performance di sicurezza ed aderenza nelle difficili condizioni invernali tipiche dei Paesi nordici europei, che sono generalmente molte diverse da quelle che si riscontrano nel nostro Paese. La raccomandazione è sempre quella di utilizzare pneumatici concepiti per le specifiche condizioni ambientali del Paese in cui ci si trova a circolare abitualmente.
ASSOGOMMA CHIEDE INCENTIVI A FAVORE DEL CONSUMATORE CHE SCEGLIE PNEUMATICI PIU’ PERFORMANTI DI CLASSE A E B.
Il legislatore europeo, ben consapevole dei vantaggi che può trarne l’intera collettività sia in termini ambientali sia in termini di sicurezza stradale, ha previsto, in deroga alle regole che vietano gli aiuti di stato, di consentire agli Stati membri di concedere incentivi affinché vengano impiegati prodotti di classe A o B per entrambe le due principali caratteristiche cioè resistenza a rotolamento e aderenza su bagnato.
“Non resta che dare attuazione a quanto già indicato dalle nostre Autorità europee” – continua il Direttore di Assogomma. “L’invito di Assogomma al nostro Governo, è quello di definire un provvedimento che dia attuazione a questo chiaro indirizzo. Un’operazione con effetti benefici sia in termini ambientali sia di sicurezza stradale. Sostenibilità e circolarità in un’ottica di pneumatici so-no concetti declinabili a favore della collettività e degli automobilisti. Un modo immediato e concreto è appunto quello di prevedere agevolazioni all’acquisto di pneumatici di classi A o B. Così facendo avremo effetti immediati sul consumo di carburanti, sulla riduzione delle relative emissioni dannose e vantaggi di sicurezza stradale. Oggi in Italia consumiamo circa 40 miliardi di litri di carburante per autotrazione (tra benzina e gasolio) con una spesa stimabile in circa 60 miliardi di euro. L’impiego di pneumatici di classi A o B, ovviamente opportunamente gonfiati, si stima che potrebbe dare luogo a risparmi di oltre 2 miliardi di litri, pari ad oltre 4 miliardi di euro, evitando emissioni di CO2 nell’ordine di 7 milioni di tonnellate all’anno”.